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Résumé
"Requiem" si distingue da altri lavori realizzati in siti archeologici, anche dallo stesso Izu, specialmente per due ragioni: narra una storia e restituisce vita e dignità a quanti morirono per l'eruzione del Vesuvio nel 79 d. C., incapaci di reagire di fronte a tanta improvvisa violenza. La caparbietà ostinata di Izu nell'allestire i corpi dei fuggitivi trasformati dalla lava incandescente in statue eterne, nelle varie case come negli esterni di Pompei ed Ercolano, sembra davvero restituire la vita a quei momenti. I corpi rattrappiti che scopriamo nelle stanze o lungo i corridoi lastricati ci colgono impreparati perché li vediamo dove, forse, l'eruzione li sorprese, inermi e abbandonati dopo aver cercato invano un rifugio. Quella di Izu non è una rilettura storica per immagini in chiave fiction né staged photography, piuttosto un omaggio alla gente di Pompei ed Ercolano. C'è, in questo approccio così trasparente e lucido, la medesima partecipazione che Izu da decenni riserva a tutti quei luoghi del mondo ancora puri e sacri; c'è, verso quegli umani e animali di pietra, un profondo rispetto e una grande discrezione. Pubblicato contemporaneamente alla mostra realizzata a Modena da Fondazione Modena Arti Visive, il volume presenta i contributi di Malcolm Daniel ("Una città fantasma, bella e malinconica"), Massimo Osanna ("Le 'impronte' della morte. L'invenzione dei calchi dei pompeiani"), Filippo Maggia ("Ad perpetuam rei memoriam").