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Résumé
18 luglio 1816, le tenebre ricoprono l’abisso e il diavolo aleggia sulle acque. Nel mare al largo della Mauritania il brigantino Argus avvista tra i flutti un relitto alla deriva. Ciò che appare, avvicinandosi, è una visione demoniaca che mozza il fiato ai marinai: aggrappati a quelle assi di legno, ammassati gli uni sugli altri, ci sono i corpi sfiniti e consunti di quindici uomini, da tredici giorni ostaggio delle onde, della fame e della sete. Sono gli unici sopravvissuti tra i 147 a bordo della zattera allestita dopo che la nave francese Medusa si è arenata nelle sabbie africane d’Arguin. Subito la notizia percorre il regno di Luigi XVIII, circondata dalle domande e dai sospetti: cosa è potuto mai accadere? Come hanno fatto a resistere in quelle condizioni? Cosa ne è stato degli altri? Ma mentre i superstiti raggiungono Parigi, e i primi scandalosi brandelli della loro storia rimbalzano sui giornali, appare chiaro come certe verità, nella loro tragedia eterna e senza scampo, non possano trovare posto nel mondo dei vivi. La zattera della Medusa è un angosciante viaggio attraverso un inferno di soprusi, violenza e cannibalismo. Tra sadici marinai senza morale, perversi cuochi di bordo, mostruosi giganti asiatici dalla forza sovraumana e vanitosi ufficiali, incapaci di governare altro se non la frusta, Franzobel intesse un’appassionante narrazione storica attorno a una delle vicende più inquietanti della Francia moderna. Il suo è un romanzo ambizioso, che riesce a ridare voce ai lamenti di sommersi e salvati i cui nomi si sono inabissati nel gorgo del tempo. Una lugubre ballata del mare, che rivela ancora una volta con quale ferocia la natura possa violentare la carne lungo i solchi tracciati dalla disperazione.